Di grande attualità oggi sono i temi di Smartworking e di flessibilità per permettere una migliore conciliazione vita – casa/lavoro.
Un approccio semplicistico alla materia pone questo argomento in relazione alle mamme lavoratrici.
Perché solo alle mamme? Una grande verità del nostro Paese è che tante donne dopo il puerperio decidono (più o meno obbligate) di lasciare il lavoro e dedicarsi interamente alla famiglia – nel 2018 sono state più di 25.000.
È solo un problema di flessibilità? Le donne hanno solo bisogno di maggiore elasticità in termini di orario di lavoro? Hanno solo bisogno di una rete di supporto?
Sicuramente politiche di Smart-working possono facilitare le attività organizzative della famiglia. Sicuramente politiche di welfare mirate all’aiuto delle famiglie possono agire e diminuire la portata del fenomeno.
La grande svolta la potremo avere solo se tutte le politiche legate alla flessibilità e al sostegno vengono indifferentemente rivolte a uomini e donne.
Le Aziende, per non favorire l’uscita dal mondo del lavoro di personale valido e talentuoso, dovrebbero sostenere un cambio di rotta nella cultura generale e favorire l’accesso ai servizi alla globalità della popolazione aziendale, in modo da bilanciare l’assetto e la compagine dei dipendenti.
Ristrutturare i processi aziendali al fine di renderli sempre più Lean, paper less e digitali, in modo da poter strutturare politiche di smartworking con benefici tangibili, soprattutto, sul conto economico delle aziende.
Quindi non solo per mamme e papà… lo Smartworking è per tutti ed è il risultato di un processo di innovazione organizzativa mirato a perseguire obiettivi di business e di vantaggio competitivo strategico.
Se è Smart… it works!
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